Che il lockdown sarebbe stato un periodo difficile dal punto di vista economico era risaputo e prevedibile. Ma che lo sarebbe stato a tal punto per la nostra mente, per molti è stata una sorpresa.
Se nel primo mese di marzo si cantava dai balconi, guardava Netflix e condividevano ricette, da aprile in poi abbiamo iniziato a percepire una certa claustrofobia. Tuttavia, la paura del presente era forte per cui stare in casa era l’unica soluzione. In molti hanno colto l’occasione per riposarsi, fare lavori in casa, stare con la famiglia. Nonostante ciò, è stato comunque molto difficile, soprattutto per chi ha affrontato il lockdown in solitudine.
Oggi, è ancora più dura: queste nuove ed inaspettate restrizioni non possono che riaccendere le nostre paure.
Uno studio pubblicato sulla rivista medica The Lancet ha analizzato le ripercussioni psicologiche del lockdown in Cina. Sorprendentemente, la mente inizia a cedere dopo “soli” 10 giorni di isolamento. Dal 15° giorno, le cose si fanno ancora più difficili, soprattutto se si è da soli. Solitudine e ansia sono ottimi alleati contro la buona salute mentale. Anche alcune ricerche realizzate non nostro paese ci parlano di risultati simili. Uno studio condotto dall’Università dell'Aquila in collaborazione con Roma Tor Vergata, su un campione di 18 mila persone ha rivelato che il 37% presenta sintomi da stress post traumatico, il 20% da ansia severa, il 7% da insonnia ed il 21% da stress.
Oggi si stima che siano intorno a 300 mila le persone in Italia a rischio disturbi psichici post lockdown. Le ragioni profonde dell’ansia? L’incertezza al primo posto. La solitudine al secondo. Queste due, unite, riescono a trasformare in crateri piccole crepe nella nostra stabilità. In aggiunta, il lockdown ha esasperato situazioni familiari già dure e compromesse - pensiamo ad esempio all'incremento della violenza domestica. L’incertezza economica che caratterizza questo nuovo lockdown - molto più del primo - sta facendo il resto.
A questo proposito, non in maniera imprevedibile, la società di ricerca Open Evidence ha evidenziato come in Italia, Regno Unito e Spagna, la percentuale di popolazione a rischio salute mentale a causa di fattori economici è oltre il 40%. Parliamo di quasi 25 milioni di abitanti.
Il problema dunque è comune: non dobbiamo vergognarci di soffrirne. Vediamo invece come affrontare l’ansia da lockdown e come gestirla al meglio.
MIRELAX è un integratore alimentare a base di melatonina, zinco e selenio, utile a migliorare sia la qualità del sonno che la funzionalità del sistema immunitario, mai importante come in questo periodo.
La melatonina aiuta infatti ad addormentarsi e a ridurre i risvegli notturni mentre zinco e selenio proteggono le cellule dallo stress ossidativo.
Regolare i ritmi del sonno è fondamentale per riuscire a dormire bene, nei giusti orari e senza sentirsi stanchi durante la giornata.
Stare in casa per lunghi periodi, dover rispettare rigide norme di distanziamento sociale, essere limitati negli spostamenti e nei più intimi ambiti personali - baci, abbracci - dover convivere con la paura di infettarsi e di infettare i propri cari. Ed ora, in alcuni casi limite, anche con quella di perdere il lavoro. Non poter guardare al futuro con serenità, non poter programmare nulla: dai viaggi di piacere, agli interventi, alla carriera. Insomma, vivere durante la pandemia più grave degli ultimi 100 anni non è una passeggiata. L’ansia da Covid, l'ansia da lockdown, da post lockdown, comunque vogliamo chiamarla, è normale.
Se ammettere di soffrire di ansia da post lockdown è il primo passo, il secondo è dire a se stessi che sì, sarà dura ma possiamo farcela. Prima di tutto, è necessario lavorare su questa affermazione, banale quanto cruciale: “Posso farcela”. Come abbiamo visto, l’ansia è una problematica estremamente diffusa. Trovare supporto nella gestione dell’ansia da Covid non sarà un’impresa difficile. Ma se non abbiamo nessuno che ci possa spronare, è importante riconoscere la propria forza.
Importante è anche sapere che sono state attivate delle linee di ascolto professionali e gratuite, come “ItaliaTiAscolto”, l’app ideata dal dipartimento di Psicologia Bicapp, dell’Università Milano Bicocca.
Tutte queste tecniche possono essere d'aiuto, mettiamole in pratica e potremmo vedere grandi benefici. Ma se l’ansia da Covid si fa severa e la sua gestione diventa per noi impossibile, rivolgiamoci ad un medico.
Non vergogniamoci: siamo purtroppo in buona compagnia!